Andaman express - Popping

Le isole non sono completamente abitate quindi offrono ampi tratti di costa ancora integra e selvaggia, dove la giungla si tuffa letteralmente in mare nelle numerosissime baie e insenature.

Oltre alle isole maggiori vi sono molte piccole isole disabitate e circondate da acque ricchissime di vita.

Gli spot sono veramente immensi, vari e numerosi, e vanno dagli scogli affioranti a vere e proprie piane costellate da buche di sabbia e formazioni coralline che emergono fin quasi in superfice.
Diversamente da quello che è il classico approccio che si adotta quando ci si trova a costeggiare il reef esterno di un atollo, quì bisogna pescare a 360°, battendo l'area lanciando in tutte le direzioni.

Presi a popping gli emperor sono sorprendenti per il rapporto tra la taglia e la forza che esprimono.

Un importanza fondamentale nella scelta degli spot è ricoperta dai clicli di marea, che con escursioni di diversi metri, influenzano profondamente il comportamento dei pesci e i loro spostamenti.
Visto che si passa dal pescare in pochi centimetri d'acqua a profondità di circa 30 metri, anche le esche vanno cambiate spesso, se infatti tra le mangrovie e a ridosso delle onde che si frangono sul reef, sono efficacissimi gli stickbait walking the dog, su fondali più alti è necessario fare molto molto rumore.

Una parete atrezzata con una selezione di esche per tutti i gusti.

I pesci di queste acque si sono distinti per lo strano comportamento, sia in fase di attacco dell'esca sia nel combattimento, infatti i primi giorni siamo stati sorpresi anche da esemplari molto piccoli di tiger grouper, che spessissimo mancavano l'artificiale o trovavano il modo di infilarsi in qualche fenditura e di conseguenza a slamarsi, fortunatamente senza portarsi dietro il popper.
Altro pesce che ha creato un pò di problemi all'inizio è stata la brown coral trout, che attaccava mancando spessissimo l'artificiale, facendo esplodere l'acqua nei pressi dell'esca, ma senza sfiorarla, mentre in alcuni casi ne sono rimaste allamate addirittura due sulla stessa esca.

Brown coral trout double strike.

Dopo aver parlato con alcuni divers abbiamo saputo che il motivo dello strano comportamenteo dei pesci era anche dovuto alla temperatura dell'acqua, che da qualche settimana aveva subito un repentino innalzamento.
Abbiamo quindi deciso di cambiare approccio e soprattutto cercare, zone diverse, cercando di farci portare dai locali in spot più adatti ai carangidi, contrariamente a quelli da cernie che avevamo battuto all'inizio, infatti ci siamo accorti che loro preferivano cercare queste ultime rispetto ai GT.

Giant Trevally preso nel mezzo di una flat corallina.

Spiegare come volevamo pescare, subito ha creato un po di scetticismo verso i locals, ma dopo che sono usciti i primi esemplari, non volevano più smettere di fare, come dicevano loro "good pamping" se si trattava di popping e "good shaking" se si parlava di jigging.

Tramonto magico con cattura vicino alle mangrovie.


CONTINUA ...

Andaman express - Introduction

Le isole Andamane e Nicobare erano nei nostri sogni da molto tempo, ma guardando i prezzi proposti dalle agenzie specializzate in viaggi di pesca per fishing trip di pochi giorni, il sogno sembrava essere destinato a rimanere nel cassetto.
Pensandoci e ripensandoci, studiando le mappe e cercando informazioni da altri canali che non fossero quelli turistici, ci sembrava sempre più difficile credere che fosse così difficoltoso organizzare una spedizione di pesca alle Andaman ... detto fatto , dopo una serie, prima infausta e poi decisamente propizia, di eventi, siamo partiti.
Le Andaman non sono dietro l'angolo, ma il viaggio è afrontabile da chiunque e sicuramente vale la pena. Tra tutte le isole che compongono l'arcipelago, ci siamo stabiliti ad Havelock, che è quella che più si adatta ad una lunga permanenza, nel nostro caso più di un mese.

Vista mare che si apprezzava dalle guest-house che ci ospitavano.

Ovviamente tutti charter operano a partire da Port Blair che è la capitale delle Andaman, e non da Havelock .... poco male perchè i prezzi che propongono sono veramente alti. Questo ci ha spinto a cercare vie alternative e dopo avre conquistato la fiducia dei pescatori locali, con qualche cattura da terra, siamo riusciti a uscire con diversi equipaggi.


In questo viaggio abbiamo riscoperto anche il divertimanto delle pesche tradizionali.

Se i mezzi erano limitati nei confronti dei grandi charter, sicuramente non lo era l'esperienza dei pescatori che ci accompagnavano, e che più di una volta ci hanno dimostrato, oltre ad una grande abilità in pesca e navigazione, che non servivano molte ore di trasferimenti per fare catture interessanti.

Un GT preso dai nostri amici con canna da 4 metri, recuperata il giorno prima allo spaccio del porto, mulinellino indiano no brand e nylon 0.30 in bobina ..... la prima volta che pescavano con la canna e non col filo a mano .... combattimento gestito benissimo.

Un altro bell'esemplare preso in uno spot "segreto" dei nostri mate.

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Il PR Knot

Nelle moderne tecniche di pesca come il vertical jigging e il popping tropicale, ormai è assodato l'uso di materiali come li PE (trecciato) per la main line, e di un leader in monofilo, che può essere sia nylon, che fluorocarbon.

Foto azione di pesca

Il PE è un fascio di fibre di polietilene ad alta densità, che può chiamarsi, in base al suo processo produttivo , Spectra, Dyneema, Zilon, ecc. Il PE mostra la sua massima efficenza quando ad ogni fibra che lo compone è stato applicato lo stesso carico, la causa principale della diminuzione della forza del line sistem si trova qui, può infatti accadere, che solo la metà delle fibre che compongono il trecciato (PE), sia soggetta al carico, dimezzandone di fatto la resistenza.

Fasci di fibre ingrandite al microscopio

In olte ogni fibra del PE è composta da un polimero ad alta densità e grande durezza, di conseguenza se viene piegato oltre un certo punto diventa fragile, questo è il motivo per cui non può essere usato se non dopo essere stato assottigliato e combinato in trefoli, tuttavia la durezza e fragilità del materiale rimangono anche se le fibre vengono assottigliate moltissimo.
Accoppiare un PE, che ha una elasticità dal 2 al 3%, con un monofilo e far sì che il carico rimanga equamente distribuito su tutte le fibre che lo compongono, senza piegare le fibre stesse, con un nodo classico, è molto difficile.
Per superare tutte queste difficoltà, è stato sviluppato un particolare modo di legare il trecciato con il finale in nylon, il PR knot appunto.

PR knot chiuso

Ormai lo abbiamo testato in moltissime situazioni e si è sempre rivelato all'altezza e affidabile, la cosa fondamentale per evitare problemi con il PR knot, è capire su quali principi si basa.
Una delle cose a cui bisognerà fare più attenzione sarà la differenza di diametro tra treccia e finale, che per assicurare un buon esito della legatura, dovrà essere abbastanza importante, oltre a questo è di vitale importanza che il monofilo del finale sia di ottima qualità e costituito da una mescola piuttosto morbida, in modo da consentire al PE di "mordere" il nylon e non scivolare, noi ci siamo trovati molto bene con l'Asso Doppia Forza o con prodotti giapponesi .

Prototipo di knotter realizzato da Everol.