Gone fishing

In questo momento siamo a pescare .... ci si rivede tra un pò

Extreme soft plastic -Hogy-

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Nella pesca in generale è veramente difficile che si possa parlare di novità o di scoperte, se poi parliamo di spinning o comunque di pesca con gli artificiali, possiamo dire che quasi tutto è stato almeno accennato o tentato qualche volta. Ma spesso come avviene anche in altri ambiti ci sono dei ritorni di fiamma o delle situazioni nelle quali esperienze che prima appartenevano a pochi ambienti, trovano una ragione per esplodere e diffondersi conoscendo momenti di notevole diffusione ed evoluzione.
Questo preambolo un po prolisso solo per presentare nel modo più consono la chiaccherata telematica che ho avuto con un Michael Hogan fondatore della Hogy , che è stato così cortese da rispondere ad alcune domande sulla storia e su come sfruttare gli artificiali che vengono creati dalla sua azienda .... soprattutto perchè dopo averli testati anche quì in mediteraneo sui norstri bluefin possiamo attestarne l'efficacia.

Parte della gamma dei prodotti Hogy che abbiamo ricevuto in prova.

1 - Quando e come ha avuto inizio la storia degli artificiali Hogy?

Sono sempre stato un pescatore appassionato. Sono cresciuto in una città nell'entroterra, sulla costa orientale degli Stati Uniti, così il mio amore per la pesca è iniziato in acqua dolce. Ho letto ogni libro, seguito ogni show tv e provato ogni artificiale sul quale ho potuto mettere le mani.
A un certo punto nel 1980, i grandi vermi in gomma morbida stavano diventando popolari per i largemouth bass della mia zona.
Come ho cominciato a prendere pesci più grandi, mi sono innamorato di queste grosse esche.
Fu in quel periodo che mia madre mi comprò un kit da principiante, che mi ha permesso di imparare a farmi gli stampi e a colare in casa i vermoni per i bass. Fu così che cominciò il mio amore fer la fabbreicazione delle esche.
Ricordo ancora l'emozione di prendere un pesce su un artificiale che io stesso avevo fatto. Col passare del tempo, sono cresciuto e andato al college, ma il mio amore per le esche artificiali è rimasto. Da adulto, mi sono trasferito in una città costiera e la mia attenzione si è concentrata sulla pesca in acqua salata.
Nel 2006 sono tornato a fare la guida di pesca su charter a Cape Cod.
L'obiettivo erano i grandi striped bass, e la pesca avveniva spesso di notte quando gli stripers avrebbero dovuto mangiare le anguille, ed esche simili e molto grandi avrebbero catturato di sicuro. Volevo un design di grandi dimensioni che imitasse le anguille vive, ma anche facile da armare. I miei primi artificiali non erano destinati alla vendita, ma sono diventati rapidamente popolari tra i miei amici. Quando ho iniziato a vendere gli artificiali al negozio locale di pesca volarono via dagli scaffali. Dal momento che il mio cognome è "Hogan" il tipo di esche divenne noto come "Hogys" tra i miei amici e il nome rimase. Lo abbiamo registrato nel 2006.

Ogni accessorio trova la sua specifica funzione accoppiandosi in varie combinazioni con gli artificiali.

2 - Su quali principi si basa la progettazione di queste esche?

Quì alla Hogy, crediamo che le esche morbide siano spemplicemente una tela bianca in attesa di essere lavorata. Ogni progetto di esca si basa sul principio che ogni situazione di pesca richiede un artificiale molto specifico per fare perfettamente quel lavoro.
La bellezza delle esche morbide è che possono essere armate per muoversi in acqua in modi diversi e a profondità diverse. Crediamo così tanto in questo principio, che facciamo tanti rig quanti artificiali, con l'idea di poter offrire un tipo di armatura personalizzata per ogni situazione di pesca di tutte le specie di pesci in tutto il mondo.
Facciamo rig per il casting, il jigging e la traina, che sono tutti perfettamente progettati per interfacciarsi con le nostre esche. Ovviamente lo stesso artificiale progettato per il jigging acque profonde non sarebbe appropriato per i tarpon nelle flat.

Particolare di un modello nato con la testa "mozzata" per il jigging.

Particolare recesso per il rigging, esclusivo dei modelli destinati al lancio.

3 - Che cosa rende gli artificiali Hogy speciali, diversi dagli altri?

E 'il nostro sistema di rigging che ci rende singolari, specialmente quando in coppia con le nostre esche più morbide.
Oltre ad offrire un accoppiamento su misura, abbiamo davvero puntato sulla qualità massima.
Le nostre esche sono invece colate a mano con pochissimi stabilizzanti di calore e filler, così che facciamo una plastica molto pura, e il risultato finale è che le esche hanno un'azione letale in acqua. Per quanto riguarda i componenti, usiamo componenti di alta gamma. Tutti i nostri ami sono Trophy-class ed escono dalla confezione già estremamente affilati.

Armatura tandem già dimensionata e realizzata con ami fluorocarbon e in alluminio.

4 - Quali sono i piccoli segreti che andrebbero utilizzati per pescare bene con i vostri artificiali?

Poichè le esche molli sono famose per la loro azione mortale, l'azione stessa proviene dalle mani del pescatore. In poche parole, se si dovesse lanciare e recuperare la vostra esca morbida dritta, questa si muoverà molto poco.
Le esche Hogy tendono ad essere grandi e sono in plastica molto morbida, per questo risponderanno a quasi ogni movimento dato con la punta della vostra canna.
Ci sono una serie di trucchi da provare:

1. Impartire una serie di brevi e veloci strappi con la canna, tenendo la punta bassa e verso l'acqua.

2. Più grande è l'esca, più velocemente si deve pescare con la stessa. Non si deve dare al pesce troppo tempo per pensare se attaccare.

3. Non abbiate paura di pescare con artificiali più grandi di quanto si farebbe normalmente.Gli artificiali più grandi forniscono un obiettivo più grande per i pesci. Riuscirete a richiamare il pesce da una distanza maggiore, quindi a ogni lancio sarete più efficaci su più acqua. Si potranno anche catturare meno pesci, ma saranno più grandi.

4. Tenere la punta della canna verso il basso quando si ferra. In questo modo è possibile imprimere maggior forza nella ferrata. Ricordarsi che l'amo deve penetrare sia la gomma e il pesce.

Fasi di rigging di un Hogy dedicato ai tonni.

5 - Che cosa le persone sbagliano quando usano gli artificiali Hogy per la prima volta, e come possono correggere questi errori?

L'errore più grande che vedo sul mio charter è che le persone recuperano le esce troppo lentamente e con la punta della canna troppo alta.
Io dico sempre: "mantenere la punta sotto la fibbia della cintura e tenere l'artificiale in movimento" le esche morbide hanno un aspetto migliore quando pescate veloci.
Low rod tip for fishing soft baits
Technique Casting Fast and Furious

6 - Puoi raccontarci quali sono le pesche che preferisci fare con i tuoi artificiali?

Da quando ho iniziato con Hogy, ho avuto la fortuna di pescare in tutta la costa orientale degli Stati Uniti. E' molto difficile per me dire quale pesca ho apprezzato di più. Posso restringere il campo a due tipi ?

1. Lo spinning al tonno rosso è uno spasso. Ogni primavera arrivano nelle nostre acque e possono essere più di 300 libbre. Sono facili da vedere ma difficili da catturare e sono molto appassionati di artificiali morbidi. E'una bella pesca, perché hai solo bisogno di andare a pochi chilometri dal porto. Tirano duro, è come portare un incudine!
Di seguito un video da un servizio fotografico con il capitano Terry Nugent di riptidecharters.com. Fa sembrare il trovare i pesci facile!
Casting Hogy DW to Bluefin Tuna

2. L'altra pesca che preferisco è la pesca del tarpon nelle flats a Key West. Ogni maggio, pesco con la miglior guida di tarpon, Aaron Snell.
I tarpon amano tantissimo gli Hogys Big animati lentamente sulle flat. Saltiamo decine di pesci ogni volta. E' mozzafiato vedere un grosso tarpon venire e aspirare una delle mie esche, proprio ai miei piedi. Se ne avete la possibilità la possibilità, dovete provarlo.
Tarpon Fishing in Key West with Hogy Lures

Michael Hogan

Luca & NewSchoolFishing Crew

Sudan fishing part 2

In questo viaggio esplorativo, sono riuscito a pescare e a immergermi praticamente ovunque nell'arcipelago delle Suakin, anche molto a sud e in zone dove nemmeno la subacquea è praticata.
Ho pescato prevalentemente a popping vista la maggiore facilità di individuare gli spot, ma anche il poco jigging praticato ha regalato catture assolutamente costanti seppur di taglia non enorme, che d'altronde non arrivano pescando 3 ore con un solo jig in acqua.


Il popping invece come già accennato ha regalato belle emozioni, anche da riva. Ho pescato senza andare per il sottile, con treccia da 120 lb e finale da 300, che su questi reef risulta indispensabile vista l'esuberanza delle formazioni coralline che taglierebbero come burro un finale più sottile.
Un'aspetto interessante, è come i pesci che nuotano in acque vergini come qeste, attacchino con una frequenza estremente alta sul popper rispetto che sullo stickbait.
Insomma,un viaggio in cui le frivolezze sono state bandite, solo pesca pesante, popper grossi e rumorosi e sessioni brevi ma intense.
Come anticipato, la taglia media dei Gt è più che rispettabile, decisamente più alta rispetto alle maldive (giusto per fare un raffronto), e se in questo viaggio è mancato il big con la B, è solo perchè la pressione di pesca non è stata sufficiente, anche se imbarcare tre pesci da una ventina di kg , uno che sfiora i 25 più un paio di slamate importanti non è proprio male.


In primavera poi, in tutto il mar rosso i pesci del reef sono in riproduzione, tanto che in immersione è possibile vedere enormi 'palle' di snapper, e proprio questa frenesia produce un elevatissimo numero di inseguimenti e attacchi da parte di coral trout, cernie e snapper, il che distende i nervi e permette di scattare qualche bella foto con pesci piuttosto fotogenici.
Un'altra grossa e interessante possibilità in Sudan, sono i grossi squali a popper, in particolare grigi, black tip, longimanus e qualche mako, che bazzicando nelle acque basse sui plateu, e attaccano senza troppi scrupoli, a patto di trovare le giuste condizioni di corrente.


A jigging,le potenzialità sono veramente ottime, e se qualcuno obbietterà che ho jiggato poco, risponderò che mi sono immerso molto, anche a profondità importanti e in luoghi stupendi. In soldoni, nelle acque profonde si trovano sparuti dogtooth tuna solitari ma belli grossi, insieme ad altri squali, in particolare martello.
Forse in pochi lo sanno, ma il Sudan è praticamente l'unico posto in mar rosso in cui si possono trovare drop off verticali da panico, quindi il gioco è lo stesso sia per i diver che per i fisherman, ovvero trovare il lato del reef sferzato dalla corrente e immergere se stessi o il proprio jig.


Anche la pesca in wading dai reef offre possibilità davvero gustose, con la possibilità di incannare pesci notevoli, anche se il numero di catture sarà decisamente inferiore che dalla barca. Tutti i reef, anche dove non ci sono isole, sono molto bassi, e quindi facilmente guadabili, oltre ad essere composti praticamente da roccia e non da formazioni coralline vive, il che rende davvero ghiotto il popping pesante coi piedi per terra.
Personalmente in qualche ora di pesca in wading ho catturato due grossi barracuda, un squalo da una quindicina di kg, due red snapper e un inseguimento di Gt fin sotto i piedi, però devo specificare che queste battute, per me sono state un ripiego al pisolo in barca, e quindi non organizzate con l'intento del risultato.


Se dovessi paragonare il Sudan a qualcosa di più blasonato, sceglierei l'Australia, infatti la conformazione del mare è incredibile, pochissimi reef dove dormire, e una grande quantità di minuscoli anelli corallini e pinnacoli quasi affioranti, sparsi in mezzo al mare, con batimetriche che passano da 0 a 400 metri, in pratica delle colonne, dove i pesci hanno visto a malapena qualche sub, e dove la pressione di pesca è ancora incredibilmente inesistente. La fortuna del Sudan ?


Dall'Europa non esistono voli diretti e il visto per Port Sudan è decisamente caro, insomma un paese che non punta sul turismo, e che della globalizzazione se ne fa un baffo, ma come tutti gli ultimi posti vergini quanto durerà? In questi casi piuttosto che trovare una risposta, è meglio cercare di partire e viversi un viaggio che rimarrà nella memoria.


Infine un doveroso ringraziamento a Gianpaolo Antoni, artigiano fondatore del marchio GPA lures, che per la creazione di una innovativa linea di popper per il tropico, mi ha scelto come tester dei nuovi modelli, che si sono dimostrati all'altezza della situazione.

Ciao da Nicola e newschoolfishing

Sudan fishing part 1

Era qualche anno ormai che avevo addocchiato il Sudan come un potenziale hot spot, tutto era rimasto lì, nell'anticamera del cervello e ad altre 20 destinazioni. Ma a volte la vita prende una direzione imprevista, e così, dopo aver conosciuto il proprietario di una barca da diving, che guarda caso lavora in Sudan, decidiamo di organizzare un viaggetto esplorativo di tre settimane, in modo da poter testare le potenzialità del posto per il popping e il jigging.
Le premesse non sono male, si parla di enormi branchi di squali martello, tanti altri squali di ogni genere, Gt, doggy grossi come squali, praterie di cernie, barracuda e pesci napoleone.

Basta uno sguardo per capire le potenzialità di un posto del genere...

Stiamo parlando del mar rosso, un mare vicinissimo a casa nostra, sicuramente inflazionato nel nostro ideale a causa del turismo di massa e del declino delle acque egiziane. Ma in Sudan è tutto diverso, non ci sono hotel, solo una manciata di barche diving che si spostano tra alcuni dei reef più belli del mondo, pochissimi turisti tutti subacquei e acque ancora incredibilmante vergini, a parte qualche improvvisato trainista da rapala magnum.

Chiedo al marinaio di fermarsi un secondo perchè so che su quest'angolo il Gt arriverà,e subito SBAAM...

Visitare un altro posto completamente sconosciuto al popping e al jigging mi elettrizza, l'idea di dover capire, cercare e adattarmi, senza che qualcuno mi dia la pappa pronta, per me rappresenta l'apice del viaggio di pesca e, dell'appagamento personale.
Insomma, il viaggio parte sotto i migliori auspici, e appena arrivato ,durante la prima pausa di navigazione, in una laguna incanno tre Gt tutti sopra i 20 kg, che senza motivo si slamano lasciandomi incredulo, e siamo nel reef più frequentato del Sudan, evidentemente nessuno ci pesca, come nel resto dei reef che ho visitato in seguito, troppo lontani e inospitali per dei pescatori costieri, e quindi ancora selvaggi al 100 %.

Mentre qualcuno si immerge,dedico mezz'ora al popping.

Parlando di pesca, ho avuto la fortuna di provare una bella quantità spot e anche di fare una bella dose di immersioni, che mi hanno fatto capire realmente la ricchezza di queste acque. Il Sudan, presenta reef e isole con morfologie radicalmente diverse tra loro a seconda della zona che si sceglie come base, il che influenzerà anche il modo di cercare i pesci in funzione della corrente.

Uno dei tanti Marbeled grouper.

Proprio in presenza di corrente, che in mar rosso varia apparentemente senza regole, l'attività dei predatori diverrà frenetica, e vista l'abbondanza di plateu e drop off , sarà possibile trovare i pesci concentrati in punti definiti.

Il big della settimana,ma si può fare mooooolto meglio...

Questi spot, sono spesso punti diving, sui quali oltre ad aver fatto qualche lancio, mi sono anche immerso, potendo osservare sui plateu e in prossimità del reef branchi di Gt, grossi barracuda, doggy quasi in superficie, parecchi squali grigi e sparuti squali martello, mentre nelle immersioni profonde ho appurato la presenza di doggy che da soli valgono la vacanza, ed enormi branchi di martelli.

Gt preso in 70 cm d'acqua.

Pescando a popping, la taglia media dei Gt è decisamente interessante, con pesi medi tra i 13 e i 20 kg, oltre a una incredibile quantità di attacchi da parte di cernie, snapper e coral trout, il che rende il posto ideale anche a chi si vuole avvicinare alla pesca tropicale, dato che una alta quantità di attacchi, permette di mettere a punto le tecniche di ferrata, combattimento e nervi saldi.

La pesca da riva offre possilità splendide.

Oltre a queste catture canoniche, nelle giuste condizioni, gli attacchi da parte di squali anche grossi a galla sono una realtà, tanto che in due brevissime sessioni crepuscolari in un paio di hot spot ho alzato 2 grossi grigi che però non sono rimasti attaccati, mentre in una zona di bassofondale sono riuscito ad avere un black tip di una quindicina di kg pescando in wading dal reef, di cui purtroppo non ho foto in quanto mi trovavo solo e in mezzo ai frangenti, che rimarrà comunque nella mia memoria come una delle catture più sognate e conquistate della mia carriera.

.... CONTINUA

Svezia...The Baltic sea

Una distesa di canneti interrotta da casette che sembrano uscite da una favola, un alternarsi di erbai e rocce... questo è il mar baltico.
Un mare dove la salinità nei pressi delle sponde è bassa e permette l' esistenza di una miriade di forme di vita animali e vegetali presenti anche nei nostri laghi ... Tra queste il predatore per eccellenza, il northerner Pike.

La casa dei sogni per un pescatore... pontile, barca, cosa si può volere di più.

In queste acque salmastre il luccio non è pigro come quello nostrano, qui si nutre prevalentemente di aringhe e la grande quantita di grasso presente in esse rende il pesce molto piu vitale e reattivo, infatti nonostante io non sia un grande esperto di questa tecnica ho impiegato davvero poco tempo ad entrare in pesca .

Bel luccio da 105 cm

Qui sul baltico si usano prevalentemente grossi jerk, non abbiate cura della velocità di recupero, come dicevo i pesci sono davvero aggressivi, la leggera salinità dell' acqua li porta ad essere più simili ai pinnuti marini, non serve martellare in un solo punto, nel baltico si drifta con il vento, battendo tutti quegli anfratti che si formano nei canneti, negli erbai oppure tra le rocce che affiorano.
Io personalmente non credo nei colori delle esche, penso sia molto più importante cambiare il jerk in base alla profondità e con il variare dello scenario di pesca e quindi altezza e conformazione degli erbai è necessario effettuare i primi lanci al meglio, senza raccogliere con le ancorette tutte quelle foglie che infastidiscono il recupero e il movimento.

Un altro esemplare bello vitale.

Altra tecnica molto efficace soprattutto per i grossi lucci, è la pesca sulle secche. Il Baltico essendo un mare presenta delle vere e proprie selle qua e la, intercettabili solo con un ecoscandaglio, che passano da una ventina di metri ad eppena cinque o sei. Per questa pesca nel baltico è necessario munirsi di potenti canne da 8 oz e di grossi bull daw o shad di gomma da recuperare lenti vicino al fondale. Sicuramente è una tecnica più lenta che richiede molta più costanza, più lanci nella stessa area e quindi a mio parere più noiosa, ma poi...

Questo bel 95 cm ha attaccato il mio bull-daw rosa proprio su una secca che passava dai 20 agli 8m.

In ogni caso se decidete di andare in questo eldorado della pesca al luccio dimenticatevi della fama di pesce pigro e debole che in molte parti del mondo gli viene associato, in svezia è tutt' altra cosa e spesso durante l' attacco non lo riconoscerete.


Un saluto da Federico Castignoli e NSF

Sharks on jig !

Gli squali sono le creature marine che più suscitano il nostro timore e la nostra rispettosa deferenza. Ci sono pochi pesci che riescono a farti sentire impotente al loro cospetto quanto gli squali ..... chiunque abbia avuto la fortuna di fare il loro incontro in pesca, sa quanta tensione ci sia durante un combattimento con questi signori del mare.

Rodrigues, un ottimo spot per gli squali

Io squalo non è aprezzatissimo da molti jigger che lo vedeno come un opportunista che non perde occasione per scipparci prede e artificiali. Effettivamente in alcune situazioni è veramente fastidioso trovarsi a pescare in mezzo agli squlali, ma il buon pescatore dovrebbe essere in grado di sfruttare la situazione, per tentare di confrontarsi con questi potentissimi predatori.

Un paio di mozzichi

La cattura di un esemplare, sia grande che piccolo, è spesso determinata da una buona dose di fortuna, infatti se allamare uno squalo non è rarissimo, tirarlo fuori è ben altra cosa. In un combattimento di questo tipo, tutto deve andare bene, l'assist hook deve essere piantato saldamente e in un punto dove non arrivino i denti della bestiaccia, il leader deve rimanere lontano dalle pinne e da quelle parti dove la pelle è più abrasiva, altri esemplari non devono intromettersi provando a portare via il cibo (il jig che rimane penzolante) dalla bocca del pesce allamato, ecc.

Anche il polpetto dell'inchiku sembra piacere molto agli squali.

E ora chi lo slama ?

Una delle particolarità degli squali è la fuga, subito riconoscibile, e che non lascia dubbi su quello che abbiamo allamato. Al contrario di altri pesci lo squalo non fa fughe particolarmete veloci (ovviamente tutto dipende da taglia e specie) , ma grazie a una resistenza incredibile, tende a procedere, come se non si fosse accorto che è stato preso all'amo, e forse a volte capita proprio così .

Squalo volpe preso a oltre 200 meri di profondità.

Come tutte le cose, anche la pesca se portata al suo estremo, può risultare pericolosa, è quindi fondamentale che, se ci si trova per scelta o evenienza a confrontarsi con questi pesci, la nostra attenzione e qualla di chi abbiamo intorno sia massima. In questi casi l'imperativo è quello classico, ovvero non fare niente di stupido! Sembra scontato da dirsi, ma spesso la concitazione che si cera in barca quando si vede salire in superfice la sagoma di questi animali, crea molto scompiglio a volte anche nell'aquipaggio della barca su cui ci troviamo, l'unico modo per minimizzare la possibilità di incidenti è quella di fare le cose con estrema calma e decisione, e tenere presente che mentre noi ci stiamo divertendo loro invece lottano per sopravvivere.

New School Fishing Crew

News Cool

Questo blog nasce con l'intenzione di condividere le nostre esperienze e, lasciare una traccia di quelle che sono le nostre considerazioni in merito alla pesca estrema e al viaggiare intorno al mondo per praticarla.
Per rimanere fedeli a questo spirito, evitiamo di pubblicare moltissimi post del tipo news, soprattutto se non ci riguardano direttamente ... ma per una volta ci fa veramente piacere fare un poco di autocelebrazione, poichè consideriamo veramete lusinghiero il fatto di essere riportati con una bella cattura sul sito ufficiale Patriot design di uno dei nostri punti di riferimento in materia, Hidekatsu Matsutani .

Pagina dei report sul sito Patriot Design ... GT over 50 kg.

Oltre quanto già detto , è un piacere per tutta la crew segnalare anche il blog Bastard, dove si possono vedre una serie di Snowboards custom ispirate al mondo della pesca, e alle quali abbiamo seppur in minimissima parte contribuito anche noi ... sembrano essere venute molto bene e speriamo che raccolgano il successo che merita un prodotto tanto valido sia nei contenuti tecnologici che estetici.

New School Fishing Crew

Hooks maintenance - Recuperare le ancorette

Le ancorette sono uno degli elementi più importanti nel popping pesante, e chiunque si dedichi a questa tecnica sa quanto sia rognoso procurarsele nelle misure e della resistenza utile allo scopo, dovendo ricorrere all'acquisto delle stesse sui mercati esteri, poichè da noi sono praticamente introvabili.
In questa sorta di mini guida cercheremo di illustrare un metodo semplice per recuperare le nostre amatissime e spesso costosissime ancorette.

Questo è quello che succede se non si ha la possibilità di sciacquare l'atrezzatura dopo la pesca.

La prima cosa da fare è rimuovere ogni traccia di ossido dall'ancoretta stessa, portando alla luce il metallo sottostante. Spesso l'ossidazione non interessa tutto il corpo dell'ancoretta ma si estende su quelle parti che prima delle altre hanno perso il rivestimento di fabbrica, in questo caso non preoccupatevi di rimuovere anche tale rivestimento , ma limitatevi a far sparire tutto l'ossido, aiutandovi con una spazzola da metalli.

Owner st76 - 5/0 sotto i ferri.

Una volta che la maggior parte dell'ossido è stato rimosso, ci si può concentrare sulla finitura. Usando una carta a vetro a grana fine si può intervenire per rendere nuovamente lisce le punte degli ami, in modo da avere una finitura che mantenga la capacità di penetrazione dell'ancoretta.

Attenzione a non arrotondare le punte limando via troppo materiale.

Le ancorette e gli ami dedicati alle discipline saltwater, prevedono una finitura protettiva che sarebbe impossibile riprodurre in casa, poichè si tratta di procedimenti industriali molto complessi, ma questo non significa che non si possa comunque intervenire in maniera efficace per superare il problema.
Sul mercato esistono prodotti come lo zincante a freddo spray, che possono essere applicati semplicemente e in poco tempo da chiunque.

L'ancoretta appesa ad asciugare dopo il trattamento.

I prodotti per la zincatura a freddo se di buona qualità si equivalgono tutti , quello che fa veramente la differenza è come avremo preparato la superfice prima del trattamento, infatti ogni residuo di ossidazione o sporcizia (polvere e grasso delle mani) renderà meno resistente il nostro trattamento, costringendoci ad una manutenzine futura più frequente.

Ancoretta spazzolata prima e dopo la zincatura a freddo.

Come diceva una vecchio adagio pubblicitario ... "prevenire è meglio che curare" ,, proprio per questo appena mi è capitata l'occasione ho voluto acquistare un prodotto che avevo individuato già da tempo sul web e che aveva catturato la mia attenzione, una sorta di lamina adesiva che dovrebbe fungere da anodo sacrificale e salvare ami e ancorette dalla corrosione, come farebbero gli "zinchi" montati sulle parti metalliche delle imbarcazioni.

Owner Rustop 5194-059.

Solo il tempo potrà dire se tale soluzione si rivelerà valida o meno, ora non resta che provarla sul campo, magari in una spedizione esplorativa lunga e alla ricerca di pescioni grossi e cattivi, in puro stile New School.

Luca & NewSchoolFishing Crew.

Everol VJ 6 Light

Il jigging dopo un primo momento di forte espansione ed entusiasmo, ora sembra essersi evoluto e suddiviso in una miriade di tecniche e correnti molto specifiche. Ad oggi i jigger mediterranei hanno maturato abbastanza esperienza da sapere esattamente quali sono le loro esigenze in pesca, e si sono resi conto che molta atrezzatura disponibile oggi, nascendo in alti paesi e per altri utenti, non può soddisfarli completamente. In italia la maggioranza dei prodotti per la pesca sportiva viene importata o distribuita, sono pochissimi i prodotti che vengono pensati, costruiti e testati nei nostri mari. In contro tendenza, Everol ha avuto la capacità di percepire queste esigenze e si è adoperata per creare il mulinello che non c'era, il VJ6 Light.

Everol VJ 6 Light nella caratteristica colorazione blu/silver.

In questo progetto è stata riversata tutta l'esperienza fatta sui modelli più grandi, andando a lavorare sui particolari e tenendo conto dei feedback di molti jigger incalliti.
La principale differenza rispetto a tutti i modelli che vengono dal sol levante è la ricerca di semplicità, potenza e affidabilità assoluta, adottando soluzioni costruttive e materiali propri di mulinelli nati per la pesca più gravosa in assolito; il drifting al tonno rosso gigante, di qui Everol è uno degli esponenti più rinomati a livello mondiale.

Tutta la serie VJ al completo, dal più grande al più piccino.

Rinunciando a tutta la parte meccanica dedicata al lancio, derivante dalla pesca in acque dolci, il VJ 6 Light è stato dotato di un sistema di frizione a leva, che consente una regolazione istantanea della stessa durante i combattimenti veramente impegnativi, contrariamente a quello che accade sui mulinelli con il sistma a stella, molto più limitati in questo aspetto.

Particolare della frizione flottante con dischi in carbonio.

Un altra particolarità è la forma della bobina, volutamente stretta al punto da consentire l'eliminazione del guidafilo che è un elemento molto soggetto a problemi di affidabilità. La larghezza è comunque sufficente a gestire il filo col pollice, e la profondità consente una capienza che ha pochi rivali negli altri modelli adottati dai pescatori fino ad oggi, tanto da renderlo perfetto per l'inchiku pesante a profondità molto elevate.

Piccola cerniotta presa durante i test da Massimo Massari.

Come tutti gli Everol anche il V J6 Light è nato per essere eterno, quindi tutta la meccanica interna è in acciaio inox.
Da parte nostra speriamo che i jigger si accorgano di questo gioiellino fatto apposta per loro e premino gli sforzi che sono satati fatti da una azienda completamente italiana per proporlo in un momento dove sembra che solo producendo in Cina si possa andare avanti.

NewSchoolFishing Crew

Eging - tropical squid fishing

Quando si parla di viaggi tropicali sicuramente una delle cose a cui non si pensa subito, è la pesca dei cefalopodi ... ma forse non tutti sanno o immaginano quanto possa essere divertente, stimolante e talvolta fruttuosa questa tecnica.

Calamaro Mantello-ampio (Broad-mantle squid) in gergo tecnico "Aori-ika".

Personalmente l'eging lo pratico da quando ho cominciato a fare spinning con regolarità, anzi per essere precisi, ho cominciato proprio da questa tecnica, che a quanto vedo sta per essere lanciata e proposta in italia come grande novità, nonostante sia già praticata in tutto il mondo e in modo particolare in giappone da molto molto tempo.
Il fatto che da noi sia una pesca soprattutto invernale e tradizionalmente notturna, è uno degli aspetti che spesso ci fa dimenticare di mettere in valigia un paio di totanare "egi".
Come qualcuno sta cominciando a scoprire, il freddo e il crepuscolo non sono condizioni necessarie, soprattutto in alcuni ambienti che possiamo trovare durante i nostri viaggi.

Attenzione gli Egi sono quelli sulla destra e sono bilanciati in maniera diversa dalle altre totanare.

I cefalopodi si possono insidiare a tutte le ore, e se è vero che in alcuni posti è più probabile l'incontro notturno, in altri è molto più fruttuoso aspettare che il sole sia alto.
Uno dei primi trip in cui abbiamo praticato con successo l'eging è stato quello alle Andaman, dove quasi ogni sera prima di cena andavamo al "Jetty" (pontile) a cercare gli Aori per una eventuale grigliata.

Dall'alto del pontile si riesce a pescare a vista, questo aggiunge molto divertimento alla pesca.

In posti ben più remoti di Havelock island, come ad esempio Socotra, dopo una giornata a cercare i mostri (GT sopra i 45 kg) , un'approccio light come quello dell' eging , ci consentiva di rilassarci e di procurarci una cena gustosa senza dover attingere alla cambusa. Sembrerà poco ma poter variare la propria dieta introducendo una nuova pietanza, si rivela molto importante quando si fanno spedizioni lunghe più di un mese e in completo isolamento, oltretutto procacciarsi il cibo da una grossa soddisfazione oltre che far scendere i costi .

Un bell'esemplare di Aori ika preso tra le rocce in un metro d'acqua.

Andando più sul tenico, ma rimanendo comunque consci del fatto che ogni spot ha le sue regole, possiamo organizzarci a livello di attrezzature in diversi modi. Sicuramente una delle strade potrebbe essere quella di affidarsi ad una attrezzatura specifica, che ormai è reperibile anche senza rivolgersi al mercato giapponese, ma spesso quando si viaggia c'è l'esigenza di ottimizzare il bagaglio, e se è vero che una canna da light spinning classica può adattarsi a questa pesca, non è saggio usare una canna nata per l'eging per altre tecniche.


Una canna da trota 10/30 grammi abbastanza fast si è rivelata ottima in tutte le situazioni.

L'aspetto fondamantale di questa tecnica, è il compoetamento da tenere durante la mangiata del cefalopode, infatti è in questo momento che si finalizza la cattura. Gli aori ika sono abbastanza aggressivi, ma come i nostri calmari , attaccano, prima con i tentacoli lunghi, per poi portare l'artificiale nei pressi degli altri tentacoli e della bocca. durante questa fase è necessario lasciare che l'egi sia completamente preso da tutti i tentacoli dell'aori (calamaro), per garantirci una tenuta sufficente a contrastare anche gli esemplari più grandi.

Sfrizionata, spruzzi e nuvola di inchiosto, niente da invidiare all'attaco di un pesce.

A Socotra per esempio, i calamari stazionavano in school ad una ventina di metri dalla riva, proprio dove il corallo veniva interrotto da chiazze di sabbia bianca, il sistema migliore, una volta individuato il branco era lanciare l'egi nei pressi del branco e con un recupero veloce "teaserarli" a qualche metro dai nostri piedi per poi selezionare..... il mostro....

Ahrrr !! Il Kraken ! ..... Giant Aori ika.

E chi pensa che i calamari non tirino si sbaglia.... certo, un calamaro di pochi etti non oppone resistenza ma quando iniziano a superare abbondantemente il chilo è tutt' altra storia, le sfrizionate sono assicurate anche con piu di 3 kg di settaggio frizione ....

Luca & NewSchoolFishing Crew